NESSUN PROFITTO SULLA PANDEMIA
Firmare la petizione è un dovere di ogni cittadino.
L'avere abbandonato la strada di un polo pubblico volto alla ricerca, alla produzione ed alla distribuzione degli stessi, come di altri farmaci e presidi medico sanitari, l'avere rispettato gli interessi delle multinazionali farmaceutiche ed il loro monopolio dei brevetti ha esposto il nostro Paese, così come l'intera Unione Europea, alla quale ne è stato delegato l'acquisto e la distribuzione, ad un ricatto inaccettabile, dettato unicamente dalla volontà di profitto.
Ciò che ad oggi si evidenzia è una insufficiente trasparenza circa i termini degli accordi sottoscritti, una immotivata disparità di costi tra un vaccino e l'altro, ritardi consistenti sui tempi della consegna ai diversi Stati, e quindi un allungamento dei tempi per il raggiungimento della “immunità di gregge” necessaria al superamento della pandemia, ed il rischio concreto è che a tanti paesi del mondo quei vaccini non arrivino affatto, e comunque con tempi assai diversi, evidenziando ancora una volta quanto il diritto alla salute continui ad essere subordinato alla ricchezza disponibile (ad oggi sono 130 i paesi che non hanno avviato la vaccinazione).
Ciò conferma che è il sistema a dovere essere ripensato alla radice.
Noi riteniamo necessario che i vaccini siano considerati un bene comune globale, che si superi la logica imperante dei brevetti, che la sua somministrazione sia gratuita ed a disposizione dell'intera umanità, e ci sentiamo pertanto impegnati a sostenere le iniziative che muovono in tal senso.
FIRMA L'INIZIATIVA
L'avere abbandonato la strada di un polo pubblico volto alla ricerca, alla produzione ed alla distribuzione degli stessi, come di altri farmaci e presidi medico sanitari, l'avere rispettato gli interessi delle multinazionali farmaceutiche ed il loro monopolio dei brevetti ha esposto il nostro Paese, così come l'intera Unione Europea, alla quale ne è stato delegato l'acquisto e la distribuzione, ad un ricatto inaccettabile, dettato unicamente dalla volontà di profitto.
Ciò che ad oggi si evidenzia è una insufficiente trasparenza circa i termini degli accordi sottoscritti, una immotivata disparità di costi tra un vaccino e l'altro, ritardi consistenti sui tempi della consegna ai diversi Stati, e quindi un allungamento dei tempi per il raggiungimento della “immunità di gregge” necessaria al superamento della pandemia, ed il rischio concreto è che a tanti paesi del mondo quei vaccini non arrivino affatto, e comunque con tempi assai diversi, evidenziando ancora una volta quanto il diritto alla salute continui ad essere subordinato alla ricchezza disponibile (ad oggi sono 130 i paesi che non hanno avviato la vaccinazione).
Ciò conferma che è il sistema a dovere essere ripensato alla radice.
Noi riteniamo necessario che i vaccini siano considerati un bene comune globale, che si superi la logica imperante dei brevetti, che la sua somministrazione sia gratuita ed a disposizione dell'intera umanità, e ci sentiamo pertanto impegnati a sostenere le iniziative che muovono in tal senso.
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